Con un po’ di ritardo, vi raccontiamo ora della seconda parte del nostro viaggio wild ovvero le desolate terre dell’Alaska.
L’Alaska è stata descritta decine di volte sia nella letteratura che al cinema ed un’idea aveva fatto crescere in noi sin da piccoli: solitudine. Beh, avendola visitata possiamo confermarvi che è esattamente come l’avevamo in mente. A parte le cittadine di Anchorage (dove siamo arrivati con un volo partito a Seattle) e Fairbanks (altra cittadina più a nord), in questa ex regione della Russia, è molto difficile incontrare segni di civiltà: le poche strade che esistono ti spingono ad esplorare il nord e l’interno separandoti così sempre più da palazzi ed umani, portandoti verso il silenzio e la tranquillità, esattamente ciò che cercavamo!
Partiti da Anchorage l’11 settembre, con una nuova macchina, ci siamo diretti subito verso nord-est con destinazione Klondike (sì,esatto,dove Zio Paperone passò la sua gioventù in cerca di oro : D ), incontrando laghi, fiumi, pinete infinite e passi mozzafiato per arrivare dopo un paio di giorni a percorrere la “Top of the world highway” ovvero ‘l’autostrada’ più bella al mondo… premesso che chiamarla autostrada è un eufemismo, senza dubbio la strada è da infarto per la bellezza dei paesaggi che permette di vedere.
Tra una derapata e l’altra arriviamo quindi in cima al mondo a due passi dal confine con il Canada dove, però, siamo costretti a fermarci visto l’ora tarda (dopo le 20.30 il confine chiude…). Beh, poco male, facciamo un po’ di foto, mettiamo la macchina in modalità notturna e ci stendiamo… MA (‘perchè c’è sempre un MA’, ricordate? : D ) ad un certo punto Augusto grida “è l’aurora, è l’aurora”.. beh, saltiam giù dalla macchina e… restiamo a bocca a aperta… lo scopo del viaggio è raggiunto: abbiamo sopra di noi l’AURORA BOREALE!!!!
Increduli scattiamo foto e cerchiamo di filmare questo fenomeno della natura unico nel suo genere che per vederlo ci ha obbligati a migliaia di km di viaggio ma signori mai fatica fu meglio ripagata. Come descriverlo… well, vedere l’aurora boreale è come vedere nel cielo delle lingue di fuoco color verde-azzurro che danzano creando una striscia infinita in continuo movimento, ovunque si guardi è un tripudio di colore e disegni cosmici… impossibile renderne grazia con foto o video… tradotto: andate più a nord possibile e sperate!!!
Tecnicamente l’effetto è dato da una congiunzione di moti di particelle solari, atmosfera e campo magnetico terrestre; meno tecnicamente è uno spettacolo incredibilmente bello che va visto almeno una volta nella vita (è necessaria anche un bel po’ di fortuna perchè non appare sempre…)
Tempo un oretta e l’aurora ci saluta quindi torniamo a dormire fino a mattina inoltrata.
Il giorno dopo, un po’ di foto e si riparte, si supera il confine con il Canada dove ci timbrano il passaporto con un timbro veramente unico quindi si continua per il Klondike.
Nel Klondike passiamo qualche città semi-fantasma dove rottami e case scassate dal tempo sono le uniche protagoniste della scena fino a quando raggiungiamo Dawson (Creek…io la location di Dawson,Joey Potter,Pacey e company me la ricordavo un po’ diversa ma vabè ; ) ), la città più impolverata che abbia mai visitato.
Qui urge una parentesi: il Klondike è una regione del territorio dello Yukon in cui vi scorre il fiume Klondike, protagonista circa un secolo fà della famosa “gold rush” (febbre dell’oro). Tutta la zona del Canada del nord così come buona parte dei territori dell’Alaska confinanti sono stati meta di pellegrinaggi di cercatori d’oro per cui non è difficile trovare tracce umane come arnesi da lavoro, catapecchie usate come rifugi, ecc., oggi ottimi soggetti per fotografie.
Dawson rappresenta una di queste cittadine nate dalla febbre per il prezioso minerale ed infatti tutt’ora si possono vedere mucchi di pietre e terra ai lati delle strade, testimonianza degli scavi selvaggi fatti per anni(e c’è chi scava ancora!!!).
La sera, poi, inizia una lenta ripartenza verso sud ancora una volta con l’aurora boreale come compagna di viaggio.
Durante il viaggio verso sud, abbiamo modo di apprezzare ancora una volta le decine di laghi della zona e la vegetazione che a queste latitudini è già in autunno avanzato: è il giallo, quindi, il colore che domina e..no,la neve non c’è ancora!
Il viaggio verso sud si ferma a Skagway dove, dopo l’ennesimo passaggio di frontiera (siamo rientrati in Alaska) e dopo una notte tranquilla il sottoscritto (Ugo) decide di visitare la cittadina mentre Augusto decide di fare un one-way con un trenino locale panoramico. Qui un aneddoto di viaggio: ci rechiamo alla biglietteria per il biglietto di Augusto e quando si dice alla poco-simpatica bigliettaia che il viaggio sarebbe stato solo andata, veniamo bersagliati di domande sul “perchè solo one-way”, “chi ti viene a prendere poi”, “con che mezzo”… antipatica! : D
Augusto sale, quindi, sul trenino ed immortala così con N foto la sponda est della vallata mentre io dopo un giro in un trail locale che porta al mare decido di visitare l’antico cimitero dei cercatori d’oro dove croci di legno storte e lapidi spezzate ricordano l’epoca della gold-rush quindi risalgo lungo il costone occidentale soffermandomi di tanto in tanto per le foto e i video di rito… e in tutto ciò il tempo passa e passa… ed Augusto nel frattempo è già arrivato a destinazione e decide di diventare amico dei poliziotti di frontiera. Vabè dai…un oretta e mezza di ritardo, che sarà mai : D
Vabbuò, ora siamo di nuovo insieme in macchina e quindi via, si riparte verso nord fino a quando… tadàààà, davanti a noi si para niente meno che un deserto di sabbia!!!! Sì, signori, in pieno nord siamo riusciti a trovare ancora una volta un posto dove distruggere l’ennesima macchina : D … beh, potremmo parlarvi di come utilizzare un 4×4 sulla sabbia, potremmo parlarvi di come bruciare galloni di benzina schiacciando l’accelleratore nel tentativo di salire su montagne di sabbia, potremmo parlarvi dei limiti dell’ esp o delle doti di sopportazione allo stress degli ammortizzatori delle auto MA non lo faremo, vi lasciamo ad un video esplicativo che colmerà tutta la vostra curiosità (il video probabilmente verrà censurato per evitare che ci facciano pagare extra per la macchina pur avendola già riconsegnata per cui per una visione integrale, prendete appuntamento tramite mail : D )
La sera, contenti come dei bambini, ripartiamo verso l’infinito e la nostra amica Aurora, ancora una volta, ci sorride dall’alto.
Il giorno seguente dopo un po’ di ore di guida prendiamo l’unica strada che porta dritti verso il nord più nord e finalmente raggiungiamo niente meno che… il Circolo Polare Artico!!!! Qui un cartello ci fà realizzare che il Wild Trip 2 ci ha fatto aggiungere un ennesimo ricordo incredibile…
…proseguiamo ancora verso nord, facciamo un po’ di foto in un tipico aeroporto dell’Alaska (prato con qualche paletto a delimitare la ‘pista’) quindi proseguiamo ancora un po’ fino ad accamparci sotto il monte Sukakpak. Qui la temperatura serale comincia ad abbassarsi ed insieme ad essa sbuca dal monte la nostra amica, ormai inseparabile compagna delle fredde notti Alaskine (no, non pensiamo si dica così ma piace come suona 😀 ). Via con le decine di foto e poi.. a nanna ;D
La mattina, dopo la solita colazione ultracalorica a base di succo, snack, biscotti e pane e marmellata : D , decidiamo di pulire un po’ la macchina che da blu fighetto era diventata completamente color fango..e come famo a pulire una macchina in piena Alaska??? Semplice!!!! Scendiamo nel letto del fiume lì vicino e… ci lanciamo nell’acqua fino a quando anche le cromature tornano a splendere (sì,lo so,le cromature sono poco wild ma credeteci, c’è di peggio!!!! [ad esempio l’alza sedili posteriori elettrico… : | ])
Segue quindi la lenta discesa verso quello che dopo 2 mesi di viaggio on the road sarà un veicolo non a 4 ruote… un veicolo che comunque non sarà in grado di battere in kilometraggio il nostro mitico Wild Trip e credeteci, pensare che un aereo che fà un volo intercontinentale non sarà in grado di fare più km di noi ‘sulla strada’, dà soddisfazioni ; )