26 luglio 2010
Welcome in Las Vegas, patria di soldi, sogni assurdi e donnine : D !!!! Anche quest’anno, ovviamente, abbiamo deciso di tornarci, non tanto per visitarla (visto che l’avevamo già fatto nello scorso viaggio) quanto per sbancare qualche casinò e pagarci la rimanente parte di viaggio (pensate un po che solide basi 😀 ) e…beh, diciamo che uno di noi due è riuscito nell’intento mentre l’altro mica tanto : |
Ma, andiamo con ordine…arrivo a Las Vegas nel pomeriggio del 26, prenotazione di una stanza presso il Luxor, hotel\casinò di inclinazione egizia (è una piramide con tanto di sfingi e geroglifici) quindi preparazione fisica e spirituale per la serata ai tavoli verdi ma non prima di una mega mangiata nel ristorante Harley Davidson dove le porzioni e gli ingredienti piccanti abbondano alla grande.
Pieni come uovi dopo la mangiata tra Harley che volteggiano in aria e gente tatuata, torniamo in hotel per tirarci da gara per la serata e poi…via verso il divertimento.
Spavaldi scendiamo in sala, cambiamo i nostri denari ed iniziamo la fase di studio (dovete sapere che il sottoscritto ha bisogno di almeno 2 ore di analisi prima di puntare : D ) ed infatti verso l’ 1 ci sediamo al tavolo gestito da un croupier sosia ufficiale di mr. Bean (di testa, fisicamente per nulla) e, tempo 10 minuti, ci troviamo a giocare tra una dozzina di persone una più fuori dell’altra: c’era il calcolatore con tanto di foglietto con decine di numeri scritti che puntava solo dopo calcoli permutazionali complessissimi che tutt’ora non ci spieghiamo, c’era il pazzo che puntava pile di fiches senza ragionarci troppo (ed infatti una gliel’ho abbattuta senza volere ma per lui “no problem” : D ), c’erano le girls rampanti che puntavano a caso e poi c’erano i sottoscritti che giocavano con lo stesso colore per poter mandare in crisi il sistema casinò ed infatti le prime due puntate abbiamo perso : D
Si opta, quindi, per un cambio di strategia e finalmente la buona sorte si ricorda di noi: io (Ugo) inizio a sfoderare una carrellata di vittorie giocando secondo la strategia “punta poco, azzecca il numero giusto e vinci tanto” mentre Augusto alterna momenti di gioia a momenti di mestizia….conclusione: io raddoppio la posta iniziale, Augusto perde tutto : D
Tutto ciò, però, non avveniva nel clima tranquillo e pacato tipico dei casinò di lusso bensì in una confusione incredibile: al nostro tavolo c’era gente che gridava, gente che si sbracciava, donzelle semi ubriache, un croupier svalvolato (spettacolare la scena in cui il croupier chiede qualcosa ad Augusto che gli risponde di non aver capito e di ripetere per poi sentirsi dire “mi è sembrato di fare una domanda mooolto semplice” : D )…insomma, senza dubbio il nostro era il tavolo più incasinato di tutti e per questo il più divertente : D
Finita la serata, il letto ci attende…
Il giorno seguente il sottoscritto va a cambiare le fiches in denaro sonante e, in preda ad un momento mistico, decide di giocare un ultimo (misero) dollaro ad una slot machine e…vince ancora : D quindi colazione pagata dal Luxor e tutti felici e contenti (Augusto un po’ meno in realtà ma vabè..).
Fuori dal casinò decidiamo di spararci l’ultima pazzia di Las Vegas ovvero un giro in rollercoaster…carino ma sinceramente, meglio il Blu Tornado di Gardaland : D
Segue quindi la ripartenza verso il Grand Canyon…ma questa è un’ altra storia..decisamente un’altra storia ; )